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Giovedì, 20 settembre 2018
20/09/2018 : Infrastrutture IT RESILIENTI – Parte 1
Infrastrutture IT RESILIENTI – Parte 1
20/09/2018 – Andrea Bertoni CEO di Fill In The Blanks
I puristi della resilienza conoscono solo un tipo di
infrastruttura informatica atta a garantire una piena Business Continuity:
quella completamente ridondata; meglio se geograficamente distribuita.
Qualcosa di simile all’immagine
Proviamo a immaginare alcuni scenari di indisponibilità o,
addirittura, di Disastro digitale:
1. salta un server
in rack1? esiste un altro server nello stesso rack che può assumere il carico
di quello indisponibile. Ciò, in alcuni casi (ovvero in funzione dei sistemi software
di gestione adottati) può avvenire in modo del tutto trasparente ed automatico
2. salta l’area
di storage (la SAN) di rack1 ove tutti i sistemi aziendali risiedono? il
contenuto di tale SAN è però sincrono con la SAN gemella presente in rack2.
Tutti i sistemi computazionali (Host) possono afferire alla SAN superstite.
Ancora una volta ciò, in funzione dei sistemi software di gestione adottati,
può avvenire in modo del tutto trasparente ed automatico
3. Si rende
indisponibile uno switch di interconnessione tra host e san in rack1? Tutti i
percorsi sono ridondati ed incrociati. Gli host possono raggiungere la SAN
attraverso l’altro switch. Nessun effetto collaterale percepito sulla
operatività degli utenti
4. L’intero
rack1 risulta indisponibile? Stiamo pertanto parlando di un Disastro Digitale
(ad esempio un evento atmosferico, un incendio, una manomissione grave). I
sistemi del rack2 sono in grado di assumere tutti i carichi ed erogare i
servizi. Nessuna perdita di tempo (i sistemi sono “Ready To Go”) né di dati (le
SAN sono sincrone).Anche in questo caso l’operazione di “switch” tra rack 1 e
rack2 può essere automatica ed effettuata a caldo, senza impatto alcuno sull’operatività.
Addirittura senza necessità di intervento di un tecnico sistemista (quindi: “unattended”).
Una infrastruttura pensata e progettata per garantire un
tempo di ripartenza immediato in caso di una qualsiasi indisponibilità (RTO=0)
senza la perdita di alcun dato, nemmeno l’ultima transazione effettuata sui sistemi
(RPO=0).
Le nostre realizzazioni di questo tipo presso alcuni clienti che
hanno dichiarato come specifica irrinunciabile ottenere un RTO=RPO=0 (in
particolare quelli con produzione attiva 24h o quelli i cui sistemi informatici
sono così pervasivi nell’operatività quotidiana che la loro indisponibilità
avrebbe significato pesanti impatti sulla capacità di produrre business e sulla
reputazione stessa dell’azienda) hanno dimostrato sul campo la loro efficacia,
rispondendo appieno proprio nei momenti di crisi.
Tutto ciò dovrebbe essere un obiettivo al quale vorrebbe
tendere ciascuna azienda che consideri i sistemi informatici un asset primario
ed imprescindibile. In realtà non sempre esistono le condizioni (economiche) o
le necessità (funzionali) per sviluppare un sistema completo di questo genere.
Inoltre tali tipi di soluzioni richiedono skill specifici e portano in eredità
un costo di gestione non trascurabile.
Non a caso sono fiorite negli ultimi anni soluzioni di
compromesso: i sistemi ipoerconvergenti (Hyperconverged Infrastructures) o i
sistemi di gestione delle architetture di storage basati su software e non su hardware
(SDS: Software-Defined Storage).
Nella prossima pubblicazione (Infrastrutture ICT RESILIENTI –
Parte 2) parlerò proprio di questo.
Stay connected !
Andrea Bertoni
CEO di Fill In The Blanks srl